Peppino Conte, con un colpo ottiene due risultati e fa sprofondare IL PD
E’ quello che Giuseppe Conte ha ottenuto annunciando la decisione del Movimento 5 Stelle di non partecipare alle primarie per la scelta del candidato sindaco di Bari. Ha assestato l’ennesimo colpo al fragile tentativo di alleanza organica di centrosinistra con il PD. Per Conte ci si può associare ai dem solo se il candidato è del Movimento o se i suoi veti riescono a far saltare candidature a lui non gradite. Al momento i fatti gli hanno dato ragione, vedi nel primo scenario le regionali in Sardegna e nel secondo caso quelle in Basilicata.
Fino adesso il PD si è piegato supinamente ai suoi desiderata. Vediamo se il moto di orgoglio che ieri nel capoluogo pugliese ha fatto gridare alla Schlein di non accettare lezioni di moralità e andare avanti comunque, resisterà alle sirene di chi nel suo partito va ripetendo che per vincere non si può fare a meno dell’avvocato del popolo.
Ma vi è di più, il M5S a Bari ha lottato fino alla fine per non svolgere le primarie aperte che consentono a tutti i cittadini di votare. Volevano primarie disciplinate dalla preventiva registrazione di quanti si sarebbero recati poi al seggio. Solo a malincuore avevano accettato la procedura “libera”. L’inchiesta sul voto di scambio, che va sottolineato non coinvolge il comune di Bari, ha dato la stura per sfilarsi, insinuando di fatto che le primarie, pietra fondante del PD, sono a rischio concreto di infiltrazioni e manipolazioni.
Discreditando, quindi, tutte le primarie aperte, anche quelle che un anno fa hanno incoronato leader del PD Elly Schlein, la quale aveva, invece, nettamente perso nel confronto riservato agli elettori registrati, cioè gli iscritti al partito.
E’ così che Conte consegue l’altro risultato: delegittimare l’elezione a segretaria del Partito Democratico della Schlein e proporsi come l’unico vero leader alternativo alla Meloni. Il camaleonte Conte gioca le sue carte confidando sulle incapacità, le contraddizioni, le paure, la confusione del gruppo dirigente del PD e sugli errori politici di Renzi e Calenda che, di fatto, aiutano e le posizioni dei 5 stelle.
Conte a Bari ha consumato nei confronti del PD un atto di sciacallaggio politico di una violenza inaudita, spostando la questione giudiziaria che lambisce la Region dove i pentastellati continuano a governare senza scandalizzarsi, in maniera strumentale sul comune estraneo ai fatti giudiziari. Dal Pd ha ottenuto una risposta tutto sommato ambigua e non netta. Nel Pd c’è sempre qualcuno pronto a trattare e a sacrificare la posizione, l’importante è che non sia la sua.
Conte sa di potere abusare della pazienza dei dirigenti del PD, ma è sicuro di potere abusare all’infinito della pazienza degli elettori di quel partito?