La questione morale oggi viene usata come conflitto interno. Dalle radici storiche alle attuali sfide politiche. di Stefano Priolo
La discussione sulla questione morale nella politica italiana, dall’epoca di Enrico Berlinguer fino alle odierne controversie sui candidati comunali a Bari e Torino, svela l’intricata relazione tra etica e potere. Berlinguer, con il suo memorabile discorso degli anni ’80, pose la questione morale al centro della crisi politica italiana, evidenziando la trasformazione dei partiti in entità distaccate dalle reali necessità dei cittadini. Dopo quasi quattro decenni, tali riflessioni trovano un’eco sorprendentemente attuale nelle dispute partitiche per le nomine comunali, dove la moralità viene manipolata come leva politica piuttosto che come principio etico.
Le recenti dispute su chi dovrebbe rappresentare i maggiori partiti nelle città di Bari e Torino illustrano come la questione morale venga spesso utilizzata come strumento di conflitto interno anziché come valore guida. La moralità diventa un’arma contro gli avversari politici piuttosto che un obiettivo di integrità e trasparenza. Questo uso strumentale della questione morale ne distorce il significato originario, privandola del suo potere riformatore.
L’evoluzione della questione morale, concentrata più su scandali e accuse che su azioni e riforme concrete, si rivela come un diversivo che distoglie dall’attenzione sui veri problemi politici. Si assiste a una politica maggiormente incentrata sugli scambi clientelari anziché sulle soluzioni concrete per i cittadini. Esempi storici come le politiche del debito pubblico e le riforme pensionistiche degli anni ’80 e ’90 dimostrano come siano state erose risorse future ben oltre i danni causati da tangenti e corruzioni dirette.
In tempi più recenti, politiche pubbliche come il superbonus per l’edilizia privata e il reddito di cittadinanza, pur nate da buone intenzioni, mostrano limiti di sostenibilità dovuti alla scarsa disponibilità di risorse finanziarie. Tali misure, benché popolari, hanno ulteriormente eroso importanti risorse economiche senza una visione di lungo termine.
Anche progetti imponenti, come il ponte sullo Stretto di Messina, annunciati come soluzioni miracolose, finiscono per rappresentare esempi di spreco di denaro pubblico e di progetti incompiuti.
La questione morale non deve quindi essere confinata a una semplice questione di legalità o comportamento individuale dei politici, ma deve essere considerata una riflessione ampia su come le scelte politiche influenzino concretamente la vita dei cittadini e il futuro economico del paese. È cruciale che tale riflessione porti a una politica più responsabile e trasparente, che miri al benessere collettivo oltre che al vantaggio immediato di pochi, ripristinando così il vero spirito della questione morale.
Stefano Arturo Priolo